La riabilitazione perineale ▼
Ri-abilitare è un termine che si spiega bene: significa semplicemente restituire un’abilità, che si presume perduta, ma che si può ri-attivare. Ri-abilitare il perineo vuol dire, dunque, permettere alla donna di ritrovare quel “luogo di passaggio” prezioso per la sua salute, perché intimamente legato all’essere femminile.
Il pioniere della riabilitazione perineale è lo statunitense A. H. Kegel che negli anni ’50, propugnò esercizi perineali per prevenire e/o trattare il prolasso genitale e l’incontinenza urinaria femminile. Negli anni ’70, il messaggio di Kegel, dopo anni di oblio, varcava l’Oceano e in Europa si assisteva ad una ripresa dell’interesse per la riabilitazione perineale. Mentre, in Svezia, Fall e Lindstrom davano scientificità alla stimolazione elettrica intravaginale, si andavano diffondendo, soprattutto in Francia, articolati programmi di rieducazione perineale. Alla fine degli anni ’80, anche in Italia diversi Centri iniziavano a dare impulso alle metodiche conservative nel trattamento dell’incontinenza urinaria femminile.
La riabilitazione perineale è una tecnica finalizzata a migliorare il tono e la contrattilità dei muscoli del perineo.
La riabilitazione consiste in una serie di esercizi di contrazione e rilasciamento dei muscoli per riportarli sotto il controllo della propria volontà. Gli obiettivi sono tre: mantenere una qualità di vita sessuale soddisfacente, garantire una continenza urinaria e fecale adeguata e prevenire l’incontinenza urinaria e il prolasso genitale.
Che cos’è il perineo? È quella parte del corpo che si appoggia sulla sella della bicicletta. Precisamente si trova tra il pube e il coccige, e rappresenta la parte esterna del pavimento pelvico.
Il pavimento pelvico è costituito da un insieme di muscoli e fasce, che chiudono in basso la cavità addomino-pelvica. Essenzialmente è composto dal muscolo elevatore dell’ano, dotato di un’azione di sostegno e di un’azione di sfintere. La prima assicura il sostegno degli organi interni (vescica, utero, retto), la seconda esercita una funzione supplementare di sfintere per tali organi.
Questo muscolo volontario si contrae quando si vuole evitare la fuoriuscita d’urina dalla vescica o di feci dal retto. Si rilascia quando, invece, s’inizia la minzione e la defecazione. Inoltre, è utilizzato come muscolo accessorio durante i rapporti sessuali.
Un programma di riabilitazione perineale prevede alcune fasi:
► 1. Riconoscere i muscoli perineali
► 2. Rinforzare i muscoli perineali: è indicato contrarre tali muscoli per 3-5 sec e poi rilasciarli per 6-10 sec: il tempo di lavoro deve essere la metà del tempo di riposo.
Per essere sicuri di non coinvolgere i muscoli dell’addome e della coscia (affinché non lavorino come per favorire il flusso di urina) basta appoggiare una mano sull’addome e l’altra sulla parte interna della coscia durante l’esecuzione dell’esercizio. Occorre espirare durante la contrazione ed inspirare durante il rilasciamento.
L’esercizio può essere eseguito in posizione semiseduta (gambe leggermente divaricate e ginocchia flesse), seduta, in piedi o accovacciata. Va ripetuto per 10 volte consecutive, almeno 5 volte al giorno.
► 3. Usare i muscoli perineali nella vita di tutti i giorni: per es. in occasione di un colpo di tosse o durante l’atto di soffiarsi il naso oppure mentre si compiono i lavori domestici, come lavare e stirare.
Le difficoltà della riabilitazione perineale sono legate alla lentezza dei progressi ed alla necessità di un’applicazione costante. Inoltre, è indispensabile una buona collaborazione tra donna e terapeuta per ottenere il meglio dei risultati. Tuttavia, la semplicità di esecuzione degli esercizi del perineo permette a tutte le donne collaboranti e motivate di raggiungere una migliore qualità di vita.
Estratto da: C. Paganotti MENOPAUSA. Conoscerla per viverla in salute. Massetti Rodella Editori, 2007.